Nati per Crescere - Comunicati Stampa

Al via il progetto Nati per Crescere a Gragnano

“Investire in educazione di qualità per la prima infanzia genera benefici sociali ed economici per la società: permette di far crescere adulti più autonomi e capaci di impegnarsi nella vita in modo attivo” afferma il Premio Nobel per l’Economia James Heckman, che aggiunge: “Investire nell’educazione di un bambino è un vantaggio economico per la società in termini di risparmi sul welfare: se calcoliamo, ad esempio, un valore unitario di un euro, investito in un bambino all’età di zero anni in un programma di qualità per la prima infanzia, quell’euro sarà ripagato a un tasso del 13% all’anno per tutta la vita del bambino, un tasso di rendimento molto elevato.”

Un rendimento elevato che genera, per dirla ancora con le parole di Heckman, “cittadini funzionanti, che si impegnano nel proprio Paese, che lavorano nelle democrazie, votano, collaborano con gli altri, si danno da fare e sono meno intolleranti nei confronti delle differenze tra le persone”. 

Questo è l’obiettivo del progetto Nati per crescere (codice progetto 2023 – PE3 – 00083) in partenza a Gragnano, in provincia di Napoli, grazie allalleanza virtuosa tra pubblico e privato-sociale: Comune, Pianeti Diversi, il 1° Circolo Didattico Giuseppe Ungaretti, l’Istituto Missionario Maria Ausiliatrice e gli Asili Nidi della nostra cooperativa – capofila del progetto – appartenenti all’ambito N.32, attraverso la realizzazione di attività di welfare in favore di 140 bambini e bambine tra 0 e 6 anni e loro famiglie che versano in situazione di disagio e a rischio di esclusione sociale, garantendo pari opportunità di educazione, istruzione, cura, relazione e gioco, superando disuguaglianze e barriere territoriali, economiche, etniche e culturali, fornendo servizi educativi più rispondenti ai bisogni dei più piccoli e strumenti di conciliazione tra tempi di vita, cura e di lavoro dei genitori, nonché migliorando la qualità dell’offerta educativa e la continuità tra i vari servizi pedagogici e scolastici del territorio.

La povertà educativa non è, infatti, solo una questione di risorse economiche, ma riguarda anche l’accesso alle opportunità di apprendimento e sviluppo per i più piccoli e più giovani. È una forma di povertà che non si limita alla mancanza di materiale didattico o strutture scolastiche, ma si estende anche alla carenza di stimoli culturali, sociali ed esperienziali, elementi fondamentali per un pieno sviluppo cognitivo ed emotivo dei bambini e degli adolescenti. Vivere in una famiglia povera e in contesti privi di opportunità di sviluppo significa portare fin dai primi anni di vita il peso di una grave discriminazione rispetto ai coetanei, con conseguenze che nel tempo precludono la possibilità di migliorare la condizione di partenza. Come in un circolo vizioso, la povertà educativa alimenta così quella economica e viceversa. Il contrasto a questa problematica è cruciale non solo per i singoli individui coinvolti, ma, come si diceva, per l’intera società. 

Attraverso il progetto Nati per Crescere, la cooperativa Pianeti Diversi attiva percorsi di flessibilità per implementare i servizi di conciliazione-lavoro integrativi a quelli offerti dai nidi territoriali e dai servizi per la prima infanzia, percorsi di potenziamento delle funzioni cognitive e di base grazie alle discipline STEM – acronimo di Science, Technology, Engineering and Mathematics -, cineforum con circle-time tra famiglie, incontri con psicologi dell’età evolutiva, laboratori tematici per rispondere ai bisogni che spesso i genitori nel loro ruolo educativo pongono e si pongono, attività ludico-ricreative di gruppo per costruire reti di confronto e sostegno e una Banca del Tempo per attivare forme di reciprocità e favorire forme di compartecipazione non monetaria delle famiglie partecipanti al progetto per lo sviluppo di reti di sostegno anche per una continuità futura. Intendendo il territorio come ecosistema per l’apprendimento partendo dalla scuola e allargando il campo all’ambiente circostante, sfruttando le potenzialità digitali, fino a trasformare i luoghi di privazione in ampie aree di apprendimento, resilienza e cambiamento sia educativo che sociale.